La Storia di Re Cerulo

“In un tempo non molto lontano, pochi decenni fa, i cervi di questa montagna, s’imbatterono con l’arrivo di alcuni uomini che ad un tratto della storia ruppero l’armonia del bosco, il silenzioso volo delle foglie, il lento cadere dei rami dopo la neve, interrompendo il soffio del vento fra gli alberi….improvvisamente giunsero grandi rumori,…forti esplosioni… enormi macchine che tracciavano nuovi sentieri…era l’apertura di una nuova strada chiamata “rotabile”quella stessa strada che oggi consente a tutti noi di arrivare quassù.

I cervi fortemente disturbati da ciò, aggredirono gli uomini, difendendosi davanti a tanta follia…non capivano cosa stesse succedendo, era terribile per loro,la deturpazione che diventava padrona di tutto quello che fino ad allora era stato il loro mondo….la rabbia fu molta…l’ira incontenibile….e lo scontro cruento….

Sembrerà incredibile, ma quel gruppo di cervi, con i loro poteri magici che un tempo dominavano queste montagne avrebbe avuto la meglio sugli uomini, sarebbe stato un massacro se un uomo, uno dei più miseri operai
di quel cantiere, non si fosse avvicinato a loro, e fra le lacrime ed il terrore spiegò…spiegò che si volevano collegare i loro due mondi, spiegò le buone intenzioni e poi altro come il rispetto, la sottomissione, durò molto quel colloquio, fu convincente, ed infine il re degli animali, un animale maestoso, dalle imponenti dimensioni, decise di credere alla buona fede di quell’uomo e si ritirarono nel buio da dove eran venuti.

Era tardo autunno alla Monna dell’Orso, i lavori quasi terminati ed i lavoratori riposavano dopo una dura giornata, era una di quelle notti dove il vento gelido annuncia l’inverno, e gli animali si preparano per il lungo letargo,… dal cielo cadevano i primi fiocchi di neve quando un altro operaio scorse un cervo nell’ombra dei faggi e ripensò alla notte di qualche mese prima, all’attacco, alla paura al sangue e prima che il suo pensiero finisse imbracciò il fucile, veloce mira punta e schioppo. Il gemito risvegliò tutto il bosco, il re lo sentì ed anche se era alcune miglia lontano con i suoi occhi vide ciò che era successo, l’ira fu tale che in tre salti si avventò sull’assassino risucchiandone l’anima, e poi cercò l’uomo con cui aveva stipulato il patto, non fu difficile trovarlo, ma quando stava per risucchiarne l’anima questa gli fece resistenza, era pura, incredibilmente non era macchiata di menzogna, non aveva mentito neanche quel giorno. L’oscurita nel bosco si fece impenetrabile, le foglie iniziarono a turbinare impazzite, nessuno dei due l’ebbe vinta, dallo scontro ne usci un perfetto equilibrio, potente e mostruoso, due esseri in un corpo solo, metà dell’uno e metà dell’altro. La bestia scappò in preda al panico e da allora divenne leggenda.

A distanza di tempo a quell’essere venne dato il nome di Cerulo, lo si riconobbe come superiore ad ogni altra bestia del bosco, e fu incoronato re incontrastato di queste montagne. E se sia buono o cattivo, cauto o irrequieto, crudele o pietoso non si sa, ma è pur sempre una creatura del bosco, e come tale rimarrà fedele alla sue leggi. Oggi lo potreste scorgere nelle grandi impronte lasciate sulla neve al mattino presto, o in lontananza ai piedi della montagna. Ma non temete, son sicuro che un giorno in pieno inverno tornerà…sì…tornerà….”

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